Molto spesso, andando sui campi, mi ritrovo ad ascoltare interpretazioni del regolamento come minimo pittoresche. Del resto uno dei problemi del mondo del calcio, anche e soprattutto quello dei “grandi”, è che pochi conoscono le regole o si aggiornano: mi riferisco in particolare a dirigenti, giocatori e appassionati. Così ti capita di ascoltare insulti all’arbitro di tutti i tipi, dentro e fuori dal campo, anche quando il direttore di gara ha interpretato perfettamente la situazione.
Alcuni casi classici di discussioni inutili:
FUORIGIOCO – Il concetto di fuorigioco passivo è sconosciuto ai più. Se un giocatore si disinteressa dell’azione, la sua posizione è ininfluente. A proposito: ho sentito personalmente qualche calciatore chiamare il fuorigioco sulla rimessa laterale…
MANI – Il fallo di mano volontario non comporta l’automatica ammonizione, che arriva solo se viene interrotta un’azione potenzialmente pericolosa. Per capirci, se siamo a metà campo con difesa schierata non c’è il giallo, a meno che il gesto non sia plateale (tipo una parata).
DUE CONTRO UNO – Semplicemente questa regola non esiste, nonostante continui a essere citata. Il raddoppio di marcatura è perfettamente regolare. Poi se arriva un tackle falloso, questo è un altro discorso.
FALLO DA ULTIMO UOMO – L’espulsione non è automatica, lo è solamente se il fallo impedisce una chiara occasione da gol. Cosa che succede nella maggior parte dei casi, ma non sempre (grazie a Giulio Fornasiere per il suggerimento). 
PASSAGGIO AL PORTIERE – Racconto quanto accaduto ieri in Real-Moggese: Graziano Morassi (mi pare) tocca con il ginocchio per il portiere De Giudici, che blocca con le mani. Dalla successiva azione nascerà poi il gol vittoria del Real. Ebbene, la brava “arbitra” Vania Cordenons ne ha sentite di tutti i colori da giocatori, dirigenti e tifosi moggesi, anche se aveva ragione: il regolamento (Regola 12- Infrazioni commesse dal portiere) recita testualmente che il portiere commette un’infrazione “se tocca il pallone con le mani dopo che quest’ultimo è stato CALCIATO volontariamente verso di lui da un compagno”. Ecco, la parola “calciato” è fondamentale: si può calciare solo con i piedi (la definizione di “calciare” del Devoto Oli è infatti “tirare con i piedi”), quindi con testa, petto, coscia, schiena e ginocchio il portiere può essere servito. Non si può, invece, fare i furbi: cioè alzarsi il pallone e servirlo poi di testa al portiere, oppure farsi passare il pallone dal compagno con la chiara intenzione di consegnarlo poi al proprio numero uno.
Si tratta di un caso non molto comune, ma la conoscenza dello stesso avrebbe evitato alla signora Cordenons l’invito ad andare a casa a far da mangiare (uno dei tanti luoghi comuni che nell’ipermaschilista calcio non scompaiono mai).

Queste mie righe sono quindi un invito a dare un’occhiata, anche veloce, al “Regolamento del Giuoco del Calcio” (il link è http://www.aia-figc.it/download/regolamenti/reg_2009.pdf); si potrà così seguire più serenamente una partita, evitando polemiche, arrabbiature, insulti ed accuse infondate ai direttori di gara. O no?

Bruno TAVOSANIS